Rodolfo Pilari inizia la sua attività negli anni Settanta, partecipando alla X Quadriennale di

Roma nel 1975. In quegli anni frequenta gallerie fiorentine come Zona No Profit Art Space, Schema

e Villa Romana, partecipando attivamente alle loro attività culturali e sviluppando un linguaggio

artistico personale che riflette sulla memoria, sulla identità e sul rapporto tra arte e società.

Nel corso degli anni, Pilari evolve la sua ricerca verso forme più narrative e simboliche. Personaggi

come Capone, Lucifero, Il Combattente e Marilyn popolano le sue performance e video, spesso

ambientati in paesaggi di forte impatto ambientale come le sponde del Lago Maggiore o l’antica

Fornace di Solaro. Queste opere realizzate sotto forma di video o racconti illustrati con foto,

puntano a una dimensione intima e poetica, lontana dalla spettacolarità tecnologica e dalle sue

prime esperienze post- concettuali. Alcuni lavori come Il Combattente e Vampa sono veri e propri

cortometraggi che mescolano elementi teatrali, letterali e sonori, come quelli naturali ad esempio,

o fortemente evocativi come le note in lontananza di Bulat Okudzhava nel video di Marilyn

sulle sponde del Lago Maggiore. Rodolfo Pilari è un artista ma anche uno scrittore di storie,

con un approccio innovativo e originale nell’arte visiva e nella creazione di personaggi fantastici.

La sua opera artistica è caratterizzata da un mix di arte figurativa, narrazione e filosofia.

Le sue opere sono permeate da un profondo interesse per la condizione umana e la critica sociale.




Architetture

Come architetto, Pilari si oppone al modernismo imperante, proponendo

interventi che riscoprono la tradizione classica e il valore del contesto urbano. I suoi

progetti, spesso presentati in concorsi ed esposizioni, riguardano piazze e edifici pubblici, per scelta

soprattutto in piccoli centri urbani. Per esempio, il progetto per piazza Volta a Lomazzo mira a

preservare e valorizzare gli elementi storici esistenti, inserendo nuove architetture come la Torre

dell’Orologio ed il Portico, contrastando interventi e scelte che rischiano di snaturare l’identità del

luogo. Pilari si ispira ai trattati architettonici e ai teorici settecenteschi esplorando la copia e la

riproduzione come strumenti di conoscenza e reinterpretazione.



Il sito web

Il sito web di Pilari, è attivo dal 2015, raccoglie e documenta la sua produzione artistica e,

architettonica dal 1975 ad oggi, non sono presenti i lavori pittorici precedenti la partecipazione alla

X Quadriennale d’Arte. Il sito è stato sviluppato con Fabio Fresolone e presenta una narrazione

circolare e non cronologica, in cui le opere si intrecciano e si rinnovano nel tempo.

È concepito e strutturato come una sorta di diario in progress e come

un vero e proprio lavoro artistico. Al suo interno Pilari

descrive il suo lavoro come un viaggio “immaginifico” che coinvolge anche personaggi

letterari e letterati, come Woland, oltre a temi sociali e politici soprattutto evidenti nei numerosi

video. Vedasi per tutti il video Odessa, dove la tragedia del presente si confonde con quella del

passato con un forte impatto emotivo. Pilari rappresenta pertanto una figura di confine tra arte e

architettura, tra ricerca teorica e sperimentazione pratica, sempre attento a restituire al

pubblico un’esperienza sensibile e riflessiva. Nel suo percorso artistico, ha sviluppato una ricerca

particolarmente originale che mescola elementi di arte concettuale, simbolismo e narrazione visiva,

con un forte interesse per la memoria e l’identità. Un aspetto affascinante della sua produzione.

è la creazione, come già evidenziato, di personaggi di fantasia che popolano le sue opere, rendendo.

il suo lavoro un vero e proprio universo immaginario.

La filosofia di Pilari ruota pertanto attorno alla riflessione sull’identità, sulla realtà e sulla illusione.

Egli si distacca dalle convenzioni artistiche correnti e si avventura in un territorio che fonde

il simbolismo, il surrealismo e il concettualismo. L’artista esplora il confine tra realtà e

immaginazione, creando mondi fantastici in cui i suoi personaggi si confrontano con tematiche

esistenziali, come il senso della vita, la solitudine, la sofferenza e la ricerca del sé.

Questi personaggi non sono solo figure stilizzate o iconiche, ma veri e propri “archetipi”

che riflettono su temi universali, come il conflitto, la redenzione, la solitudine, ma anche la

speranza e la resistenza, Pilari riesce a trasformare ogni personaggio in una metafora di

esperienze umane, utilizzando spesso performance, video art e installazioni per dar loro vita.

Uno dei personaggi più iconici creati da Rodolfo Pilari è Capone, che rappresenta una figura

simbolica e archetipa di una certa parte dell’essere umano, quella parte che si muove tra ribellione

e disincanto, in grado di attraversare diversi mondi, talvolta surreali, talvolta vicini alla nostra

realtà quotidiana. La sua figura è simbolo di una ricerca incessante di sé stesso

e della verità, spesso attraverso percorsi tortuosi e difficili.





Capone: l’irriverente narratore

Capone rappresenta un alter ego dell’artista, un personaggio che permette a Pilari di esplorare

temi come l’identità, l’arte, la cultura e la società. Attraverso Capone, Pilari esprime una critica

ironica e surreale alla realtà, utilizzando l’immaginario come strumento per interrogarsi sul

mondo contemporaneo. Capone diventa così una sorta di guida in un viaggio immaginifico che

attraversa l’arte, la storia e la cultura, offre allo spettatore una prospettiva originale e provocatoria.

Capone è descritto come un personaggio irriverente e capriccioso, che si attribuisce

ruoli diversi: avvocato, chef, architetto, artista, persino presidente degli Stati Uniti. Questa

molteplicità identitaria riflette la sua natura camaleontica e la sua ricerca di significato in un

mondo in continuo cambiamento. Pilari lo utilizza come voce narrante per raccontare storie e

riflessioni spesso attraverso performance e video che mescolano realtà e finzione. Ad esempio in

Capone Story, Pilari descrive una scena a Milano dove Capone acquista un libro e trova al suo

interno una cartolina con una fotografia misteriosa, dando vita ad una narrazione che intreccia

passato e presente, realtà e mistero.





Capone: Marilyn: l’apparizione poetica

Marilyn, invece, rappresenta un’apparizione poetica e malinconica. Pilari la descrive come una

figura affascinante e dolce, che Capone incontra in una mattina di bianca rugiada in un cartellone

pubblicitario. Questa immagine diventa il punto di partenza per una riflessione sulla memoria,

sull’effimero e sull’incontro tra il mondo reale e quello immaginario. In alcune performance e

video, Marilyn appare come una presenza silenziosa che reagisce con l’ambiente circostante,

evocando emozioni e pensieri profondi.



Capone Story

Capone Story è l’opera che raccoglie e racconta le avventure di questo personaggio, trasformandolo

in una sorta di alter ego dell’artista stesso. Capone non è solo un personaggio di fantasia, ma

rappresenta anche una riflessione sulla condizione dell’individuo nell’era moderna, con tutte le sue

contraddizioni e inquietudini. In Capone Story, Pilari offre una narrazione che trascende il

semplice racconto per diventare una sorta di viaggio psicologico e filosofico, in cui il protagonista

è continuamente in bilico tra la realtà e il suo mondo interiore.

Nella serie Capone Story, l’artista racconta le avventure di Capone in vari contesti culturali e

sociali. Ad esempio, nel giugno 2022, Capone visita il Museo Pecci di Prato per la mostra “Schema

50”, immergendosi nelle immagini e nei suoni che testimoniano l’audacia degli artisti delle

neo-avanguardie. Nel febbraio 2023 partecipa a un concerto di Enzo Gragnaniello al Teatro di

Sant’Agata Bolognese, vivendo l’esperienza con emozione e meraviglia.

Memorabile la visita alla Biennale di Venezia nel giugno del 2019, quando Capone incontra l’opera

degli artisti Harald Thys e Jos de Gruyter nel padiglione del Belgio e successivamente la sosta

sibarita al Caffè Florian. Ancora nell’ottobre del 2022, la visita a Torino alle mostre di Gregory

Crewdson e Lisetta Carmi. Queste storie sono raccontate con un linguaggio poetico e ironico

che riflette la visione personale e critica di Pilari.



Altri attori e protagonisti

Rachele Paroli: un personaggio misterioso che rappresenta il ritratto e la storia di un dipinto

perduto, esposto alla X Quadriennale d’Arte di Roma nel 1975 e acquistato da un collezionista

anonimo. Rachele Paroli rivive oggi nel suo mondo fantastico, diventando parte integrante

del gruppo di lavoro di Pilari.

Il Combattente: un guerriero mascherato che incarna la figura dell’eroe solitario. Il video

girato nell’antica Fornace di Solaro ne racconta le gesta.

Lucifero: un personaggio enigmatico e barbuto, portatore di luce. La sua figura appare in diverse

opere, tra cui performance e video ambientati in scenari suggestivi come il Lago Maggiore.

Vampa: un personaggio quasi biblico e ieratico. Vestito con una lunga tunica e con in mano un

bastone è protagonista di alcuni video e ritratti.

Woland: Un personaggio che richiama l’omonimo protagonista del romanzo “Il maestro e

Margherita” di Michail Bulgakov.